La diversità dei sogni

  

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Caro fratello,

ti scrivo perché questa notte ho fatto un sogno e non posso fare a meno di prendere la mia penna, usarla come un coltello, e spalmare su un foglio bianco tutte le mie emozioni.

Non so come, dove e quando leggerai questo mio scritto ma, per favore, leggilo tutto fino in fondo.

Leggilo con il cuore e cerca di superare i rancori che fino a ieri ci hanno diviso.

Sappi che, dopo questo sogno, il mio atteggiamento nei tuoi riguardi cambierà. Da oggi in poi cercherò di essere un uomo diverso anzi, cercherò di essere un uomo. Solo adesso capisco che, molte volte, non lo sono stato con te.

Ti sembrerà strano ma vorrei chiederti scusa per tutte le volte che ti ho trattato male, per tutte quelle volte che non ti ho lanciato un salvagente lasciandoti affogare nel mare della disperazione, per tutte quelle volte che ho avuto un atteggiamento di chiusura totale nei tuoi riguardi sprangando i cancelli alle tue speranze.

Ti giuro che non lo facevo apposta ma per me eri come uno sconosciuto, lontano mille miglia dal mio mondo e dal mio modo di pensare. Le tue lacrime mi erano indifferenti e le mie orecchie non sentivano le tue grida di disperazione. Mi rendo conto, solo dopo questo sogno, che ogni volta che ti vedevo in difficoltà mi giravo dall’altra parte e andavo avanti per la mia strada.

Ebbene, sappi che ho deciso di cambiare, di abbandonare questo mio stupido atteggiamento e di esserti finalmente vicino.

Questa lettera, caro fratello, ne è la prova.

Dopo averla letta, incorniciala e appendila alla parete più luminosa della tua casa e soprattutto custodiscila nel tuo immenso cuore.

Tu, contrariamente a me, hai avuto un’esistenza difficile fin dalla nascita. Hai dovuto sempre combattere e nulla ti è stato mai regalato. Hai imparato presto, a tue spese, tutte le brutture del mondo. Sguardi pieni di commiserazione si sono sempre posati su di te.

La tua dignità di uomo veniva spesso calpestata e io non ho mai fatto niente per difenderti. Lasciavo che gli altri ti umiliassero e ti emarginassero. Mai una parola di conforto è uscita dalla mia bocca. Mai un gesto di solidarietà.

Spesso anche io ti ho offeso, respinto, deriso ed emarginato come se fossi un nemico da combattere e non un fratello con cui vivere.

Non sono mai stato paziente con te. Chiuso nel mio egoismo non riuscivo a vedere le tue priorità e i tuoi bisogni. Il tuo dolore mi era del tutto indifferente. Le tue pene non sono mai state le mie e, cosa più grave, ti ho trattato con indifferenza come se non fossi mio fratello.

Eri diverso da me e questo mi allontanava dal tuo mondo e dalle tue cose.

La tua diversità, in un certo senso, mi metteva paura perché era un pericolo per la mia “normalità”.

Ma qual’era la mia normalità?

La mia normalità era pensare, parlare, vestire, agire come il resto del gregge. La mia normalità era non pensare con la mia mente e non sentire con il mio cuore. La mia sciocca normalità mi ha portato a chiudermi nel mio recinto per proteggermi da quelli che pensavo fossero i lupi.

Il vero lupo invece era dentro di me e avevo poche possibilità di sfuggire ai suoi attacchi.

Da un lupo vero ti puoi difendere, puoi anche attaccarlo e forse ucciderlo, con i lupi che si annidano nell’anima le possibilità di vittoria sono scarse, quasi nulle.

L’idea di appartenere a un gregge, se non a un branco, mi faceva sentire forte, con ideali da salvare e una rispettabilità da difendere.

Ma non era così, caro fratello. Il sogno di questa notte mia ha fatto capire che ero soltanto cieco e sordo ai miei e ai tuoi bisogni oltre che a quelli del mondo intero. E mentre il tempo passava e la vita inesorabilmente scorreva nel nulla io mi chiudevo sempre più nella prigione delle mie certezze.

Questo aumentava la distanza fra noi e di certo non mi faceva crescere.

Le cose che più mi allontanavano da te erano le tue fragilità, il tuo essere esposto a tutte le tempeste. Invece di venirti incontro e offrirti un porto sicuro e tranquillo ti ho sempre ributtato in mare lasciandoti nella disperazione e nella solitudine.

Capivo che la tua solitudine era la mia stessa solitudine e se solo avessi fatto uno sforzo, sarebbero finite entrambe, ma io quel passo non l’ho mai fatto e ora sono qui a chiederti scusa anche per questo.

Senza volerlo ho eretto una barriera e messo dei paletti a te e a quello che rappresentavi.

Se io fossi stato più intelligente avrei capito che la tua diversità avrebbe potuto arricchirmi. Quel tuo modo strano di fare e di vedere le cose avrebbe potuto farmi capire meglio il tuo e soprattutto il mio mondo, come se poi i nostri mondi fossero divisi o separati.

L’errore più grande che ho fatto è stato quello di relazionarmi come se non fossimo veri fratelli.

Ogni volta che i miei occhi incrociavano i tuoi, io ti vedevo sempre con sospetto, con diffidenza e con paura. Capisco ora che i miei sguardi ti imbarazzavano ed è per questo che facevi di tutto per evitarli. I miei sguardi pieni di compassione, ostinati e senza ritegno ti ferivano l’anima, ti rimproveravano la tua diversità, aumentavano quel solco invisibile che ci divideva.

Fratello mio, quanto dolore ti ho procurato!

Nella mia mente i nostri mondi erano così diversi che dovevano essere divisi, separati, ognuno chiuso a chiave nella sua cella piena di pregiudizi e preconcetti.

Eppure la mia educazione cristiana mi aveva insegnato i valori della solidarietà e della fratellanza.

La mie esperienze da ragazzo mi portavano sulle strade della tolleranza e della libertà mia e altrui.

La libertà è sempre stato il mio tesoro più prezioso. Anche se ne avevo timore e non sapevo gestirla ho sempre lottato per difenderla, ma più lottavo e più mi accorgevo che ero schiavo. Schiavo dei desideri, della vita che spesso non scegli ma sei obbligato a vivere, schiavo del comune senso del pudore, della moralità, dei media, di quello che vogliono farci fare, comprare e pensare.

La libertà e la schiavitù sono due facce della stessa medaglia, una la guardi con un sorriso, l’altra con una lacrima. In passato la mia sete di libertà sfrenata mi aveva fatto chiudere gli occhi sulle tue ferite e su quelle che mi portavo dentro, adesso so che non esiste la libertà in assoluto perché si è sempre schiavi di qualcosa o di qualcuno. Dopo il sogno di stanotte ho capito che tu, caro fratello, non limiti la mia libertà, casomai allarghi i suoi orizzonti.

Ci sono stati tempi in cui i miei pregiudizi nei tuoi confronti hanno rinchiuso il mio cuore in una buia prigione. Oggi, caro fratello, ho deciso di spalancare quella porta.

Ho finalmente capito che la mia avversione a te e a tutti quelli diversi da me mi portava a combattere una crociata senza senso. Ti vedevo come un infedele che voleva conquistare la mia terra santa. Mi sono armato di spada e scudo crociato e ho iniziato la mia battaglia personale per salvare il mondo, senza accorgermi che non c’era nessun mondo da salvare.

Il mondo era perfetto così!

Abbastanza grande da poterci contenere entrambi.

Bastava saperci vivere.

E’ questo che ora voglio fare.

Quel sogno mi ha fatto  capire che voglio vivere con te in pace e in armonia, consapevole che siamo entrambi due piccoli granellini di sabbia che messi insieme ad altri milioni di granuli possono migliorare questo nostro mondo.

Ora voglio stringerti la mano e costruire un rapporto di vera fratellanza.

Vedrai, sarà bello percorrere uniti i sentieri del cuore senza la diffidenza negli occhi e la rabbia nell’anima.

Da oggi in poi non ti vedrò come quello che mi toglie qualcosa, ma come colui che aggiunge ricchezza al mio spirito di uomo.

Vedrai che sarò molto più attento ai tuoi bisogni, ai tuoi modi di fare e di pensare.

Le tue “stranezze” non mi faranno più paura e la tua unicità sarà da me rispettata.

Non sarai più una persona da tollerare, ma un fratello da tutelare.

Dopo quel sogno ho deciso di uscire dalla prigione mentale che offendeva te, me e l’intera umanità.

Ho capito che, se voglio vivere sereno e stare in pace con me stesso e con la mia coscienza, devo accettare te e i tuoi modi di fare. Devo rispettare le tue idee e la tua singolarità. Devo conquistare il tuo sorriso e la tua fiducia. Devo essere più coraggioso e smettere finalmente di aver paura.

Per fare questo, caro fratello, ho preso la chiave dei desideri e sono entrato nella mia casa del cuore dove ho aperto tutte le porte e spalancato tutte le finestre. Tu cerca di fare altrettanto e vedrai che la luce della ragione ci indicherà la strada per vivere una vita felice.

Da oggi in poi quel sogno mi porterà a prenderti sottobraccio e a camminare insieme a te lungo viali della vita. Voglio condividere le cose più preziose. Voglio che non ci manchi mai la comprensione, la solidarietà, la complicità, l’aiuto e il sostegno reciproco. Voglio che iniziamo ad essere veri fratelli senza più guardarci con diffidenza se non addirittura con odio.

 

Anche se non abbiamo gli stessi genitori, anche se il colore della nostra pelle è diverso, anche se il Dio che preghiamo non è lo stesso, anche se la tua storia, i tuoi gusti sono diversi dai miei, la diversità non mi metterà più paura.

Potrai essere nero, giallo, viola o turchino, potrai venire da lontano o da vicino, essere un omosessuale, un portatore di handicap, un rom, un perdente, uno sfigato o uno che non entra nella taglia 42; tu sarai sempre mio fratello.

Dopo quel sogno ho aperto gli occhi e ho deciso che tu sarai mio compagno di viaggio in questa meravigliosa avventura che si chiama vita. Io e te uniti renderemo un giardino fiorito l’arido deserto di chi ha paura del diverso.

Ma poi, perché avere paura del diverso?

Non siamo tutti diversi gli uni dagli altri?

Conosci forse due persone uguali?

La bellezza del mondo non sta proprio nell’unicità delle persone?

Ti immagini che noia se fossimo tutti uguali, precisi e perfetti?

Ti figuri che mondo sarebbe se pensassimo, vestissimo, camminassimo e ridessimo tutti alla stessa maniera?

Ci pensi che squallore se fossimo tutti cloni o fotocopie di un modello standard preconfezionato?

No, caro fratello, io non ci sto!

Io ti voglio così come sei, con tutti i tuoi pregi e con tutti i tuoi difetti.

Dentro di me sento che la tua diversità, qualsiasi diversità, colora il mondo, lo rende interessante e ci da lo stimolo per capire noi stessi e gli altri.

Non mi voglio lasciar sfuggire questa opportunità.

Prendi la mia mano, afferrala, stringila forte e camminiamo insieme sulle strade della solidarietà e della fratellanza.

Ora, caro fratello, ripiega questo sogno come si fa con una lettera e custodiscilo lì dove nascono i sentimenti e le emozioni e sappi che da ora in poi tu sarai sempre nel mio cuore.

Quello è il tuo posto.

Questo è il mio sogno.

 

 

 

Sergio Cellucci

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